L’Unesco fa bene al Prosecco. L’aumento record del 21% delle vendite in valore nel 2019 sui mercati esteri, dove il Prosecco è il vino Made in Italy maggiormente esportato, è la diretta conseguenza del riconoscimento da parte dell’Unesco alle bollicine italiane più popolari. A guadagnarci, infatti, è anche la Doc.
È quanto sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare l’avvenuta iscrizione del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco, approvata nel corso 43esima sessione dal World Heritage Committee riunito a Baku, capitale dell’Azerbaijan.
“Un risultato atteso – commenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che riconosce l’importanza di un territorio dallo straordinario valore storico, culturale e paesaggistico in grado di esprimere una produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale”.
Delle 464 milioni di bottiglie Doc vendute lo scorso anno, prodotte su oltre 24 mila ettari di vigneti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, circa 2 su 3 sono state vendute all’estero dove la Gran Bretagna è di gran lunga il Paese che ne consuma di più.” La produzione della Docg – continua Prandini – è intimamente connessa con le caratteristiche del territorio e del meraviglioso paesaggio delle Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene”.
PRIMATO RAFFORZATO
L’iscrizione delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, rafforza il primato dell’Italia che vanta il maggior numero di siti riconosciuti a livello mondiale, ma il Belpaese può contare anche su molti tesori iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Come l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012) le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014).
E ancora: l’arte dei pizzaioli napoletani (2017), la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi e dal novembre 2018 l'”Arte dei muretti a secco” sulla base della candidatura avanzata dall’Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.
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